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Testo Critico OPERA UNICA* di Simona Spinella

Nella strada, che da s. Maria Maggiore va a s. Croce in Gerusalemme, sulla destra è la villa del Principe Alteri con un grande, e bel casino, nel quale si rimirano molti marmi antichi, e perciò degna d’esser veduta da’ forestieri eruditi, e vaghi delle belle arti.” 

Filippo Titi “Descrizione delle Pitture, Sculture e Architetture esposte in Roma” 1763

A distanza di molti secoli, e dopo varie vicissitudini, oggi dopo un intervento di restauro e recupero, Villa Altieri è adibita in parte, a Museo, e comprende quanto resta della prestigiosa collezione Altieri. 

È questo il luogo che ospiterà la mostra OPERA UNICA* dell’artista Angelo Gallo, seconda tappa di un progetto presentato a Cosenza presso il Museo dei Brettii e degli Enotri in cui è stata presentata l’istallazione T(w)O Edge_ due bordi al limite. 

L’opera nasce da un confronto iniziale tra Angelo Gallo e Piero Gagliardi in relazione al concetto di riproducibilità e tiratura della grafica d’arte. Nasce così “Studio della scultura dell’ala” Prima opera della serie “Opera unica di possibile tiratura illimitata”. 

Quando per Cosenza, mi è stata offerta la possibilità di prendermi cura di questa idea, il confronto tra Piero e Angelo sono riecheggiati nella mia testa, lo “Studio della scultura dell’ala. Opera unica di possibile tiratura illimitata” e l’installazione “Edge” realizzata da Angelo nella mostra “Cyan Carpet” presso il Museo del Presente a Rende dovevano parlarsi. Nel dialogo cosentino, ricordiamolo, si é aggiunta la voce e il testo del critico Giuseppe Capparelli.

In questa seconda tappa la parola “dialogo”, che ha caratterizzato l’istallazione cosentina, si amplia diviene linguaggio. Un vero e proprio discorso in contrappunto che conduce la narrazione della collezione permanente e la mostra temporanea, su temi, motivi formalmente contrastanti ma complementari tra loro in cui l’apparente distanza temporale diviene coesistenza tra passato e presente, diviene una possibilità di confronto. 

OPERA UNICA_COPIE

La prima contrapposizione sta nel titolo della mostra Opera Unica*, in cui quel piccolo asterisco è una omissione voluta, che cela il potere e la facoltà della “possibilità”. È una precisazione e vuole richiamare la serie artistica alla base del progetto ovvero “Opera unica di possibile tiratura illimitata”. Difatti, tra le opere in mostra, si ritrovano: “Studio della scultura dell’ala, 2023” e “Studio della sensibilità dell’attesa, 2024” appartenenti alla recente ricerca di Gallo, che lascia la possibilità di decidere, a chi entrerà in possesso delle opere, di mantenere l’opera unica o violare il sigillo impossessandosi della matrice, facendone una tiratura illimitata. 

Al contrario le opere della collezione permanente del museo, sono creazioni di artisti basate su un patrimonio formale ereditato dai maestri dell’età classica. Ricordiamo che le copie hanno per l’arte greco-romana sempre avuto una speciale e grande importanza. Speciale importanza, in quanto le copie servivano come sostituzione degli originali essendo gli stessi in gran parte andati perduti; grande importanza poiché le copie erano una testimonianza del gusto, del livello artistico e della concezione formale dell’epoca in cui esse furono eseguite. 

ASSENZA _MUTILAZIONE _MUTAZIONE.

Tra le opere in collezione, come spesso succede nella statuaria antica, di cui non abbiamo più, è inutile dirlo, una sola statua nello stato in cui la conobbero i contemporanei, molte sculture presentano delle mutilazioni e/o hanno subito delle mutazioni dettate dal tempo e dalle varie vicissitudini che Villa Altieri ha avuto nel corso dei secoli, e che di conseguenza si sono riflesse sullo stato conservativo delle opere. Fra le sculture si ritrovano: un gruppo di sette statue, svariati frammenti di ulteriori statue, alcuni busti, una testa-ritratto maschile, un torso femminile, un’erma acefala etc.

Nelle opere collocate in stanze diverse, la serie delle “Anatomie forzate” del 2020 acquetinte/acqueforti, Gallo, attraverso la mutilazione, ci invita alla riflessione sulla natura mutevole della storia dell’uomo, metaforicamente un uccello privato delle ali, per cui la mancanza implica una visione differente del mondo ed un modo differente di vivere perché privo di una caratteristica che connota un volatile, la possibilità di essere libero. 

 Per comprendere meglio il processo di creazione di Angelo Gallo, saranno esposti gli inediti studi su lucido di “Alba”, “Bacia fiori” “Scarlatta” e “Cammina Toco” tutte del 2020. L’impressione delle silhouette sulla pellicola fotografica scandisce i livelli di produzione, la retroilluminazione definisce lo studio diagnostico delle opere facendole somigliare a delle lastre radiografiche. All’osservatore è data la possibilità di indagare la ricerca in maniera più profonda, attraverso un metaforico sguardo diagnostico sull’immagine. 

Nella serie degli “Uccelli senza ali” prodotte tra il 2015 e il 2017 la sequenza numerica che connota ogni opera, sono dei veri e propri codici che fanno riferimento ai principali linguaggi dei 5 continenti. Retrodata l’opera e la sigilla per esaltare un pensiero antico, il profondo desiderio  che spinse scienziati ed artisti rinascimentali ad apprendere la complessa organizzazione umana. Certifica la provenienza di una comune condizione sociale, rende il pensiero universale e trasversale. 

L’opera “Assenza, 2016” non poteva non essere realizzata che attraverso la tecnica della xilografia a secco senza colore, woodblock print. L’uccello impresso risulta essere un immagine del mondo fluttuante di possibilità. 

INCISIONI_ISCRIZIONI

Fanno parte della collezione permanente alcuni reperti epigrafici, frammenti di iscrizioni che si ritrovano anch’essi lungo la loggia che entrano in relazione con la serie “Opera unica di possibile tiratura illimitata” attraverso alcune similitudini.

Uniche erano le iscrizioni perché incise su per commemorare persone o avvenimenti, come dedica, intitolazione, ecc. Uniche possono rimanere le tirature “Studio della scultura dell’ala.” e “Studio della sensibilità dell’attesa ”.

La durabilità del supporto, appartiene alla pietra su cui sono riportate le epigrafi e alle lastre della serie perché custodite in teca.

Lente e particolari per differenza di supporto sono le tecniche di esecuzione, a volte articolate in più tempi. 

Differenti sono le grandezze dei supporti che determinano la diversa grandezza del modulo della scrittura, intesa a permettere la visione e la lettura del testo; a distanza per i reperti epigrafici e, di assoluta vicinanza per le opere di Gallo, questo perché differente è il tipo di relazione che si crea con il fruitore. 

INSTALLAZIONI

Le installazioni in mostra quali T (w) O EDGE due bordi _ al limite, Waiting, e Random Recipient, sono caratterizzate dalla parola tempo _ possibilità _ relazione. 

L’istallazione T(w)O EDGE due bordi _ al limite si identifica attraverso il dialogo tra le due opere Edge, 2022 e Studio della scultura dell’ala. Al centro il Cyan Carpet, determina uno spazio, un luogo, un tratto di possibilità da percorrere; al centro c’è il ruolo del fruitore che è spinto a confronto con sé stesso in due modi completamente diversi. Si aggiunge a questa istallazione la parola “tempo”, poiché l’opera trova sempre uno spazio a sé stante in cui il fruitore decide il tempo di permanenza e interazione con l’opera e lo spazio che la accoglie. Il momento, il nuovo luogo espositivo, inoltre, diventano una nuova fonte per l’identità dell’opera.

Per l’opera Waiting, 2022 il tempo è una variabile soggettiva dipendente dal tempo di attesa che l’opera vive impazientemente, e il tempo della scelta che si determina nella relazione di frontalità quando qualcuno le si siede davanti. I suoi, sono innumerevoli momenti di attesa, più o meno lunghi, a seconda della persona che attende di conoscere, a seconda dello stato d’animo particolare, del luogo in cui si trova e delle persone con le quali eventualmente condivide l’attesa di un abbandono che le consentirà di ripartire ricostruendo i propri pezzi alla ricerca di nuova solitudine. 

Simona Spinella

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